domenica 30 marzo 2014

UNA PROPOSTA DI RIFORMA DEL SENATO DELLA REPUBBLICA

E' in discussione al Parlamento la riforma per l'eliminazione del bicameralismo modificando l'attuale Senato in un Senato delle Regioni, spogliandolo della sua incidenza sulle politiche del Governo.

Credo sia una riforma completamente sbagliata in quanto compromette fortemente quella che è la rappresentanza dei cittadini in parlamento permettendo, ipoteticamente, di mettere in mano le sorti di un Paese ad una rappresentanza espressione di circa 1/5 della popolazione senza che gli altri 4/5 possano dire la loro ed essere incisivi.
Tutto questo nella logica di garantire la governabilità a danno della sovranità popolare.

Una proposta alternativa, secondo me ottimale, potrebbe essere questa:

1) La nuova legge elettorale della Camera dei Deputati deve garantire la governabilità quindi dopo le elezioni deve poter risultare uno schieramento vincente che avrà l'incarico di Governo;

2) Non c'è più bisogno della fiducia in quanto lo schieramento vincente ha già i numeri per governare, la fiducia viene tolta dalla costituzione ma nello stesso tempo non si potrà più chiedere dal Governo, in corso di legislatura, per far approvare provvedimenti. Rimane, comunque, la mozione di sfiducia che i parlamentari possono sempre chiedere;

3) La Camera dei Deputati quindi esprime l'esecutivo ed ha competenza su tutte le materie legislative, mentre il Senato avrà solamente competenze di controllo e di veto su alcume materie specifiche a garanzia dei cittadini;

4) Proprio per quanto riportato nel punto 3 il Senato dovrà essere la massima espressione di rappresentatività dei cittadini per cui la sua elezione dovrà avvenire sempre su base regionale, e con le circoscrizioni come ora, con nessuna soglia di sbarramento e con le preferenze. Ogni candidato, espressione di un partito o meno, verrà eletto solo se ha preso più voti di un altro fino all'esaurimento dei seggi disponibili. Non dovranno esistere liste o coalizioni ma ogni candidato, proprio per il ruolo di garanzia dei cittadini che dovrà ricoprire, gareggerà indipendentemente anche se potrà essere espressione di un partito o movimento per una sua identificazione in una linea politica.

5) Proprio per la sua funzione il Senato non potrà intervenire sulle leggi di gestione della res-pubblica ma la Camera potrà chiederne un parere consultivo. Solo su alcune materie il Senato avrà potere di veto e precisamente:
- modifica della costituzione;
- legge elettorale;
- bilancio dello Stato e DEF;
- trattati internazionali;
su tutte le altre materie il Senato potrà intervenire, anche se non richiesti dalla Camera, con pareri espressi.

6) Nel caso il Senato evidenziasse che una legge approvata dalla Camera sia lesiva di diritti dei cittadini o sia in contrasto con la costituzione o con i trattati internazionali, dopo il parere contrario espresso e non recepito dalla Camera, potrà fare ricorso direttamente alla corte costituzionale o ad altri organi Europei competenti per sollevare il problema ed ottenere una sentenza o risoluzione in merito ed in tempi brevi.

7) Il Senato quando ravvede che la Camera non stia operando nell'interesse dei cittadini potrà chiedere, a maggioranza, un refrendum confermativo sulla fiducia della Camera. Se il referendum nega la fiducia alla Camera questa viene automaticamente sciolta. il referendum deve essere indetto entro 90 giorni dalla richiesta. Non si potrà chiedere un nuovo referendum dello stesso tipo se non è trascorso almeno un anno dal precedente.

8) Un comitato di cittadini di una circoscrizione raccogliendo 25000 firme potrà indire un referendum circoscrizionale per sfiduciare un Senatore eletto in quella circoscrizione. Il senatore viene revocato dal suo mandato se il referendum ottiene una differenza di voti favorevoli alla revoca, tra i favorevoli e contrari, pari alla quantità di voti espressi per l'elezione del senatore più 1. In ogni caso viene revocato dal suo mandato se nel referendum si esprimono per la revoca del mandato 2/3 votanti e si è superato il quorum del 50% + 1 degli aventi diritti al voto (da analizzare meglio riguardo ai parametri di voto)

9) Rigurado al problema del risparmio della spesa non credo che sia determninante la riduzione dei Senatori ma forse una riduzione dei rimborsi, secondo me eccessivi, e magari rivedere la spesa complessiva del Senato cercando di ottimizzarla.

Questa, secondo me, potrebbe essere una buona idea di riforma del Senato, o una base di partenza, che mira più a garantire i cittadini piuttosto che i partiti ed i politici.

Enea Giancaterino

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